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3. Agenda Palermo + la visione e gli assi di sviluppo

La città di Palermo intende esercitare pienamente il nuovo ruolo di capoluogo della Città Metropolitana di riferimento per tutta la Sicilia occidentale e, quindi, assumere nuova spinta verso l’apertura transcalare mediterranea. Pertanto, è rilevante non solo decidere quali progetti urbani dovranno essere prioritari o quali aree dovranno essere trasformate, ma diventa cruciale la definizione della nuova identità urbana di Palermo. Immaginare e decidere cosa voglia essere la città nel prossimo ventennio è premessa indispensabile per individuare gli assi di sviluppo e gli scenari di trasformazione e le conseguenti zonizzazioni, funzioni e norme urbanistiche che comporranno il nuovo PUG.

L’Agenda “Palermo +” , quindi, propone alcuni assi di sviluppo capaci di declinare in chiave urbana e metropolitana il diritto all’accesso ai servizi pubblici, il diritto alla qualità della vita, il diritto all’educazione e alla formazione professionale, il diritto alla sicurezza, alla salute e al welfare urbano, il diritto all’accesso al mercato del lavoro. L’agenda è indispensabile per guidare entro un quadro di coerenza e di complementarità i cospicui fondi straordinari che stanno già confluendo su Palermo e quelli che arriveranno dalla programmazione dei Fondi Strutturali comunitari del prossimo periodo di programmazione e dal PNRR.

Le azioni urbanistiche, naturalmente, dovranno trovare forma e norma nel nuovo PUG, anche attraverso la concertazione e con tutti gli strumenti di settore capaci di operare sui temi proposti (come, ad esempio, il progetto integrato per Palermo Città Educativa o il Piano Sociale della Città, il Piano di Gestione del sito UNESCO, il Piano della Mobilità Sostenibile, il PAES, etc.).

3.1. Analisi SWOT

Un’efficace agenda di futuro e il conseguente PUG, prima di procedere alla definizione degli scenari, dei conseguenti obiettivi strategici e delle azioni operative di sviluppo, necessitano di conoscere e valutare quali risorse territoriali endogene ed esogene possano essere messe in campo per la definizione più performante degli scenari e delle strategie.

Partiamo da alcuni dati che identificano la città. A Palermo vivono 673.000 persone (più di un milione e duecentomila in tutta la città metropolitana), di cui 25.552 stranieri, con una contrazione annua dovuta al calo demografico e alla grave migrazione dei giovani. Gli occupati sono 184.000, con un reddito medio di poco più di 26.000 euro e ci sono 40.000 disoccupati.

Il centro storico, prezioso concentrato di storia e bellezza (ma anche di criticità non ancora risolte) ha una estensione di 240 ettari e vi vivono 25.000 persone in diverse condizioni di benessere e sicurezza, in un contesto ancora in riqualificazione, con un centinaio di edifici ancora in situazione di grave o semi-grave pericolo di crollo e poco meno di mille in stato di degrado severo.

L’acqua caratterizza il paesaggio urbano della città per complessivi 49 km (di cui 26 di costa) e le aree vegetali urbane hanno una estensione di 368 ettari, a cui vanno aggiunti 1.600 ettari di aree agricole intra e periurbane. 440.000 persone abiteranno entro un raggio di 600 metri dalle linee del tram e della metroferrovia, una volta completate) e 260.000 entro un raggio di 300 metri. Le ciclovie, benché ancora imperfette, si estendono per 50 km, la ferrovia regionale urbana per 10 km, la metropolitana (in completamento) per 7 km e il tram (quando sarà completato) per complessivi 70 km. Infine, vi sono 70 ettari di infrastrutture in trasformazione funzionale e 113 ettari di aree industriali dismesse o sottoutilizzate, per un totale di quasi il 10% della superficie comunale con potenzialità di trasformazione per dismissione funzionale.

L’analisi SWOT sintetica (punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce), pertanto, consente di selezionare le risorse e individuare le componenti principali per determinare scenari e obiettivi di sviluppo.

3.1.1. Punti di forza da valorizzare

  • Cosmopolitismo, identità mediterranea e creatività – L’attitudine storicizzata all’incrocio di culture e la tradizione multietnica producono quadri consolidati (e spesso paradigmatici) di solidarietà e accoglienza in una città che manifesta il suo cosmopolitismo in molteplici forme: palinsesto architettonico e urbanistico, sincretismo culturale, creatività, diritti di cittadinanza, cultura del cibo, tradizioni dei mercati e patrimonio immateriale delle feste e delle tradizioni.
  • Sito UNESCO e palinsesto culturale – Il patrimonio architettonico arabo-normanno inserito nella WHL come espressione del sincretismo culturale mediterraneo e delle culture che hanno forgiato l’identità urbana è una cruciale risorsa storico-patrimoniale.
  • Mare, costa e borgate marinare – La città, nata e cresciuta attorno al luogo – e al concetto – di porto, manifesta oggi tutte le risorse per tornare a utilizzare il mare, sia come portualità sia come risorsa urbana e turistico-balneare, come un motore del proprio sviluppo e come un fattore di prosperità.
  • Biodiversità, ambiente ed energia – Il patrimonio diversificato e diffuso di giardini e parchi urbani, riserve naturali, aree agricole e aree non impermeabilizzate, preziosi residui del paesaggio della Conca d’Oro, sono centrali per il riequilibrio e la cattura della CO2 del sistema urbano e come vettore di qualità della vita, nonché come fonte di energia nella transizione ecologica.
  • Aree dismesse e risorse dello scarto – La presenza di un’estesa riserva di aree dismesse o sottoutilizzate e disponibili alla trasformazione senza produrre nuovo consumo di suolo (circa il 10% della superficie urbana) offre un’armatura di opportunità non solo come una preziosa riserva di luoghi della trasformazione e per la collocazione dei servizi necessari sia alla dotazione di quartiere che al policentrismo metropolitano, ma anche come un attivatore di resilienza urbana. Il riciclo degli “scarti”, soprattutto quelli infrastrutturali, concorre anche al ripristino della permeabilità dei suoli.

3.1.2. Punti di debolezza da eliminare

  • Monocentricità del sistema insediativo. La città, dal punto di vista insediativo e della localizzazione dei servizi di rango urbano, è ancora basata su un modello monocentrico, in attesa dell’entrata a regime dell’offerta di connessione collettiva su ferro verso le nuove centralità distribuite, ma anche verso le reti infrastrutturali regionali e nazionali.
  • Vecchie e nuove povertà. Ostacoli di ordine economico e sociale, fragilità e marginalità diffusa del sistema sociale, criminalità e degrado stigmatizzato nella visione delle periferie producono un quadro di debolezze sociali da scardinare per la costruzione di nuove economie più solidali e maggiormente collaborative.
  • Elevato rischio del patrimonio storico ed edilizio e carente qualità degli spazi pubblici. La ancora bassa frequenza e intensità della manutenzione degli spazi pubblici e degli edifici produce condizioni di pericoloso degrado, con particolari aree di concentrazione nel centro storico e nelle borgate più esterne che pregiudicano la sicurezza dei luoghi.
  • Metabolismo urbano basato su modelli di tipo dissipativo. L’applicazione, nei decenni passati, di modelli dissipativi per l’uso delle risorse, soprattutto del suolo, ha prodotto stati di forte fragilità territoriale con incremento delle condizioni di rischio e un consumo di suolo sproporzionato rispetto alle reali necessità della popolazione.
  • Basso dinamismo del mercato del lavoro e del sistema economico locale. Ancora scarso è il dinamismo economico della città, nonostante gli interventi di defiscalizzazione nelle Zone Economiche Speciali e alcuni segnali di innovazione creativa all’interno del tessuto urbano.

3.1.3. Opportunità da cogliere

  • Programma di mobilità sostenibile. Gli interventi appena ultimati, quelli in corso di ultimazione e quelli previsti sul tema della mobilità collettiva e condivisa stanno cambiando il quadro complessivo della mobilità urbana. Gli effetti combinati delle trasformazioni in corso stanno già prefigurando una nuova città in cui, attraverso la mobilità intermodale, si vedrà aumentare il contributo della mobilità collettiva e condivisa a discapito della mobilità privata, generando un prezioso dividendo di spazio liberato da riconfigurare per usi collettivi.
  • Politiche sociali. Le politiche ordinarie e straordinarie attivate dal Comune sugli aspetti sociali ed educativi rappresentano due importanti opportunità che consentono, lavorando sui soggetti locali e sulle comunità, di incrementare la consapevolezza e la maturità della cittadinanza, al fine di potenziare la realizzabilità delle azioni territoriali.
  • Città Metropolitana, smart city and citizenship. Il PON Metro, l’Agenda urbane, il PNRR e gli altri fondi extracomunali con i loro interventi orientati alla intelligenza urbana, alla data-oriented governance e all’integrazione delle politiche sociali in contesti deboli garantiranno a una vasta parte di città crescita sociale e accessibilità fisica e immateriale a servizi innovativi di rango metropolitano.
  • Fruizione del mare e relazioni con la città. Le politiche di sviluppo crocieristico e la riqualificazione della nautica da diporto attivate dall’Autorità di Sistema Portuale consentono di rivedere la relazione tra porto e città, producendo un quadro completo, e un prototipo, per la riqualificazione di tutta la costa palermitana. Anche gli altri strumenti in fieri creano i presupposti affinché il mare possa essere fruito nell’interesse della cittadinanza e con le cautele e le attenzioni necessarie.
  • Governance di area vasta. Le politiche di rete e le conseguenti azioni operative prodotte dai numerosi Patti e Accordi stipulati dal Comune di Palermo con una vasta serie di Comuni, insieme con la pur difficile attuazione del processo di metropolizzazione, producono opportunità di ampliamento del contesto decisionale di riferimento sui temi della cultura, della valorizzazione integrata delle risorse territoriali, della gestione condivisa del turismo e della mobilità sostenibile delle persone e delle merci, che potranno ulteriormente essere integrate con contenuti operativi per la nascita del super-organismo metropolitano e per la sua efficacia gestionale.

3.1.4. Minacce da sventare

  • Indeterminatezza delle funzioni metropolitane. La complessità dell’attuazione della riforma delle città metropolitane siciliane produce un evidente indebolimento del quadro decisionale, lasciando aperti dubbi sulle capacità dell’istituzione metropolitana di essere realmente operativa nel contesto di area vasta, invertendo la tendenza a privilegiare (come avviene in altre città metropolitane, va detto) il capoluogo, riproducendo la vecchia visione gravitazionale, e perseguendo, invece, una più matura e propulsiva visione policentrica e reticolare.
  • Assenza di un quadro di coerenza generale. Nonostante la presenza di cospicue risorse finanziarie derivate dalla finanza nazionale ed europea, Palermo non esplicita ancora un quadro di coerenza generale che ne indirizzi adeguatamente l’allocazione e, soprattutto, la tempistica. L’assenza di un piano urbanistico adeguato ai tempi e alle nuove necessità e di altri strumenti operativi settoriali e negoziali impediscono la corretta allocazione di risorse e interventi, riducendone l’impatto.

3.2. Quattro scenari per Palermo +

Il quadro di riferimento per l’individuazione delle strategie territoriali è in fase di profondo cambiamento. La crisi economica ha contribuito a un cambio di paradigma nella pianificazione del territorio, con le trasformazioni urbane fondate sull’espansione che cedono il posto a interventi (in gran parte manutentivi) sulla città esistente; inoltre, il processo di globalizzazione (economico, sociale, politico, culturale e tecnologico) ha profondamente inciso sul sistema di relazioni e gli stili di vita.

Tutto ciò ha prodotto una perdita di significato delle politiche urbane territoriali costruite su modelli di analisi basati sulla contrapposizione tra urbano e rurale, centro e periferia, ma anche sulla netta e rigida separazione tra le singole funzioni sul territorio urbano (abitativa, produttiva, commerciale, terziaria, etc.). Palermo del futuro deve accettare la sfida del contenimento del consumo di suolo, della rigenerazione urbana, di una città meno energivora, più sicura, che propone standard di vita più elevati. È in questa chiave che vanno lette le strategie urbane e metropolitane per Palermo.

La definizione degli elementi che prefigurano l’ Agenda “Palermo +” può essere delineata attraverso quattro scenari, corrispondenti ad altrettante declinazioni di città, che si prefiggono di evidenziare da subito la complessità dei processi e delle relazioni, e le integrazioni esistenti tra le singole azioni individuate con l’obiettivo di perseguirli:

  • la città della qualità indirizzata alla valorizzazione dei paesaggi e delle identità e alla coesione sociale;
  • la città resiliente indirizzata alla valorizzazione delle risorse naturali e al rafforzamento della sicurezza degli abitanti;
  • la città innovativa indirizzata alla promozione della conoscenza e dell’innovazione;
  • la città interconnessa indirizzata al miglioramento delle connessioni materiali e immateriali locali, regionali, nazionali e internazionali.

Perseguire il raggiungimento di tali scenari significa partire dai reali punti di forza del sistema e promuovere processi di sviluppo sostenibile delineando percorsi evolutivi intelligenti, creativi, resilienti e inclusivi, attraverso azioni specifiche capaci di coniugare l’intervento pubblico con quello privato, l’azione locale con quella sovralocale, così da massimizzare i necessari effetti di sistema.

3.2.1. La città della qualità

I paesaggi urbani e rurali rappresentino elementi dai forti valori identitari, pur nella loro pluralità e differenziale di intensità, pretendendo una maggiore attenzione alla loro qualità per rafforzare l’appartenenza delle persone ai luoghi e favorire la coesione sociale. Lo scenario della città della qualità, quindi, mira a rafforzare tutte le forme della qualità dei luoghi per gli abitanti, i frequentatori e gli utilizzatori delle risorse territoriali (urbane, ambientali e sociali) di Palermo.

Lo scenario parte dalla considerazione che la forte crescita residenziale e produttiva che ha caratterizzato l’espansione urbana della città negli anni del boom economico, dell’urbanizzazione intensiva e della depredazione edilizia della Conca d’Oro, non è stata accompagnata da un’adeguata attenzione per la qualità degli insediamenti e che ad essa, in particolare, non ha corrisposto un’adeguata qualificazione della città pubblica. Inoltre, è necessario prendere atto che le caratteristiche della popolazione sono in parte cambiate, rendendo insufficienti o inefficienti i servizi esistenti e generando nuovi bisogni. Da ultimo, l’istituzione della Città Metropolitana rafforza il ruolo di Palermo come riferimento di una serie di dotazioni territoriali di area vasta.

È pertanto necessario promuovere una nuova qualità urbana e ambientale in grado di dare risposte adeguate a una domanda che si è andata modificando in questi anni. Significa, anche, promuovere una qualità ambientale che consideri i paesaggi locali all’interno dei processi di produzione e non dissoci la qualità dei prodotti da quella dei luoghi di produzione.

L’obiettivo imprescindibile del contenimento del consumo di suolo pretende che dovranno essere le trasformazioni nella città consolidata a colmare il divario tra servizi e attrezzature esistenti e bisogni attuali e futuri. Recuperare e riprogettare i tessuti (aree dismesse, vuoti urbani, ambiti degradati, aree libere intercluse, etc.) e le loro relazioni significa anche fare riemergere l’identità dei luoghi, reinserendoli con dignità nel contesto urbano.

Anche la rigenerazione degli insediamenti residenziali e produttivi (quali i quartieri ERP di San Filippo Neri, Borgo Nuovo, Bonagia, Borgo Ulivia, Settecannoli, le aree artigianali, etc.) concorre a rafforzare l’identità e il senso di appartenenza degli abitanti come condizione preliminare alla promozione della qualità.

I macro-obiettivi che il PUG dovrà perseguire sono:

  • migliorare la dotazione di servizi e attrezzature per la popolazione e rafforzare il ruolo di Palermo quale centro di servizi di alto rango dell’area vasta della Sicilia nord- occidentale;
  • promuovere politiche di recupero del centro storico e del sistema storico diffuso delle borgate;
  • riconvertire in modo innovativo le aree dismesse (produttive, militari, fieristiche, commerciali, etc.);
  • recuperare e riusare le aree libere degradate e i vuoti urbani lasciati dall’espansione incontrollata;
  • incrementare la qualità del paesaggio naturale urbano e riconnetterlo con quello rurale.

3.2.2. La città resiliente

La riduzione di consumi (suolo, acqua, aria, energie non rinnovabili, rifiuti) e l’aumento della sicurezza (sismica, idraulica, idrogeologica, sociale e sanitaria) sono gli obiettivi del secondo scenario che si prefigge di promuovere una città resiliente, capace di reagire alle crisi, adattandosi ai mutamenti e imparando dalle emergenze. Il contenimento del consumo di suolo

  • con l’obiettivo europeo di consumo zero al 2050 – impone di mettere in campo nuove strategie e nuovi strumenti di gestione che incrementino la resilienza urbana. La riqualificazione e rifunzionalizzazione di aree, edifici e infrastrutture dismessi, la rigenerazione di quartieri residenziali, a partire da quelli di edilizia residenziale pubblica, sono azioni che concretizzano la volontà di cambiamento dell’Agenda Palermo +.

Le acque sono una risorsa preziosa che deve essere tutelata, procedendo a interventi di disinquinamento e di riduzione degli sprechi (con interventi sulle reti per ridurre le perdite). Il contenimento dei consumi energetici, il controllo delle emissioni e un maggiore ricorso alle energie rinnovabili è un processo avviato che va rafforzato e che deve investire il territorio nel suo complesso: gli edifici, gli spazi pubblici, le attività produttive, le infrastrutture, etc. Infine, il ciclo dei rifiuti va rivisto in tutta la sua interezza: non solo incrementando la raccolta differenziata ma anche promuovendo, facilitando e premiando un maggiore riciclo dei rifiuti prodotti, inclusi quelli derivanti dalla demolizione degli edifici.

Il cambiamento climatico ha aggravato i numerosi rischi che già incombono sul territorio, tra cui quello idrogeologico e idraulico, l’erosione costiera e le alluvioni. L’adattamento ai cambiamenti climatici e la messa in sicurezza del territorio sono obiettivi che, da un lato, necessitano di interventi specifici, dall’altro, devono essere riportati all’interno di tutte le trasformazioni territoriali come componente obbligatoria dell’agenda di sviluppo.

La prevenzione ha molteplici sfaccettature e si persegue con la conoscenza dei fenomeni e la definizione di interventi conseguenti, che a volte possono essere anche semplici e poco costosi, ma che richiedono costanti manutenzioni del territorio.

La resilienza deve anche riguardare la dimensione sociale, in molte situazioni fattore prevalente o aggravante le altre condizioni di insicurezza. È necessario eliminare la formazione di aree di segregazione e confinamento attraverso una maggiore, ed efficace, mixitè funzionale, la qualità degli spazi pubblici, la creazione di luoghi con una forte componente identitaria (centri di quartiere, servizi culturali, aree per lo sport o l’educazione), che rappresentano solo alcune delle azioni che possono essere messe in campo per contrastare l’esclusione sociale.

I principali macro-obiettivi che il PUG dovrà perseguire sono:

  • promuovere lo sviluppo sostenibile in tutte le sue forme, anche applicando indirizzi e linee guida consolidate in campo scientifico;
  • promuovere il riciclo di tutte le aree ed edifici dismessi per rimetterli nel ciclo di vita della città, collocando servizi senza consumare suolo ma utilizzando territorio già impermeabilizzato;
  • promuovere la resilienza attraverso pratiche di adattamento climatico e l’adozione di soluzioni che apprendono dalla natura ( nature-based solutions ), in una rinnovata biofilia urbana;
  • realizzare una più efficace prossimità dei servizi di quartiere, nel progetto della “città dei 15 minuti”.

3.2.3. La città innovativa

Lo scenario promuove una crescita intelligente sviluppando un’economia più efficiente e competitiva, basata sulla conoscenza e l’innovazione. Si prefigge di creare sinergie tra le aziende e la ricerca, favorire la diffusione e il trasferimento tecnologico, facilitare lo sviluppo e la crescita delle aziende anche attraverso processi di spin-off. Il sistema cittadino universitario e della ricerca può efficacemente assolvere a questo ruolo, mettendo a sistema dipartimenti, laboratori di ricerca, scuole di specializzazione, musei e biblioteche per coinvolgere didattica, ricerca e formazione permanente nella costruzione di Palermo +. Queste realtà eccellenti, già fortemente caratterizzate sul piano della conoscenza e dell’innovazione, possono trovare momenti di maggiore integrazione tra loro e con la città, oltre alle partnership già attivate tra il mondo universitario e i centri di ricerca.

È uno scenario che rende policentrica e strategica l’eccellenza. L’area dei Cantieri Culturali alla Zisa (per quanto riguarda le attività creative, artigianali e terziarie), l’ambito Sampolo- Ortofrutticolo-Fiera-caserma Cascino (per il polo congressuale), il Parco della Favorita, il parco di Villa Castelnuovo e le residue aree agricole della Piana dei Colli, il distretto culturale della Kalsa (per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali), l’ex Gasometro (per l’energia) potrebbero essere i luoghi privilegiati per sviluppare proficue relazioni tra il mondo della ricerca e della sperimentazione e quello imprenditoriale, attraverso l’incubazione di nuove imprese, la costituzione e l’accompagnamento di start-up innovative, la creazione di laboratori specializzati e di centri di alta formazione.

I principali macro-obiettivi che il PUG dovrà perseguire sono:

  • sviluppare il ruolo di Palermo come luogo di innovazione protagonista nello scenario della transizione industriale e digitale;
  • promuovere la ricerca e l’innovazione tecnologica (con particolare attenzione alle energie alternative, alla bioedilizia, alla mobilità sostenibile, alla domotica, alla produzione e trasformazione agricola, alla sicurezza e tutela dell’ambiente, alla sanità, ai settori innovativi) favorendo la permeabilità tra ricerca e imprese;
  • perseguire lo sviluppo sostenibile e intelligente delle attività produttive, incrementando e qualificando la dotazione di servizi alle imprese che ne facilitino l’applicazione dei principi di sostenibilità ambientale;
  • promuovere l’applicazione di tecnologie innovative nell’edilizia, nel risparmio energetico, nella sicurezza e tutela dell’ambiente, nella valorizzazione del paesaggio.

3.2.4. La città interconnessa

È lo scenario che definisce e promuove le relazioni metropolitane ‑ fisiche e immateriali - e mette a sistema le azioni che fanno riferimento ai precedenti scenari. Prende l’avvio dalla considerazione che un sistema territoriale si evolve a partire dalla modifica delle relazioni tra le sue parti e di queste con l’esterno. Ciò è vero in senso fisico, come evidenziano le fasi storiche di crescita della città che seguono le direttrici dei principali scambi, ma anche in senso immateriale, si pensi ad esempio alle modifiche prodotte nei comportamenti dalla diffusione delle ICT e dello smart working.

Obiettivo generale dello scenario è quello di promuovere nuove reti di relazioni tra e nei territori: tra i poli urbani che lo compongono, tra il centro storico e i suoi contesti di prossimità, tra le parti di città, tra elementi del sistema urbano o rurale, tra i diversi sistemi di conoscenza, migliorando le relazioni tra i suoi abitanti, le attività, gli utilizzatori, i frequentatori. Gli elementi chiave, lineari e puntuali, del sistema di interconnessioni sono le infrastrutture verdi e blu (parchi territoriali, parchi urbani, corridoi ecologici, giardini storici, aree protette, agricoltura urbana, orti urbani, produzioni agricole tradizionali, mare, fiumi, torrenti, canali), la rete della mobilità, soprattutto quella relativa al trasporto pubblico locale sostenibile e intelligente (metropolitana, tram, autobus urbani ecologici, piste ciclabili, percorsi pedonali, metromare), ed anche le infrastrutture e infostrutture della transizione ecologica (le reti immateriali, le normative e le certificazioni ambientali, etc.).

Le connessioni tra il capoluogo della Città Metropolitana, l’area provinciale e l’esterno in una dimensione regionale, nazionale, mediterranea ed europea, ma anche le connessioni al suo interno sono il tema centrale dello scenario, che dovrà essere declinato dal PUG in numerose azioni, complesse e integrate, traguardate verso i seguenti macro-obiettivi:

  • rafforzare il ruolo di Palermo come città-porta nel bacino del Mediterraneo attraverso le Autostrade del Mare e intensificare le relazioni con l’Europa attraverso la rete TEN- T;
  • migliorare la mobilità metropolitana e interna, promuovendo la mobilità sostenibile in tutte le sue forme e rendendo più efficace e preferibile il TPL, anche estendendo l’area di esercizio dell'AMAT;
  • promuovere, attraverso trame tematiche, le potenzialità dei territori della Città Metropolitana (arte, storia, cultura, architettura, natura, ambiente, paesaggio, etc.) in modo da rafforzare le relazioni di area vasta;
  • realizzare spazi condivisi e connessi per agevolare il South Working diversificando l’attrattività dei quartieri in funzione dei diversi tipi di abitanti temporanei;
  • realizzate spazi accessibili alle persone con disabilità promuovendo interventi mirati alla eliminazione delle barriere architettoniche.